“Uno degli obiettivi dell’aziendamoderna dovrebbe essere quello di introiettare quella cultura della Rete, quella curiosità verso il nuovo, tale da spingerla naturalmente verso la sperimentazione di approcciinnovativi di comunicazione.”
“Portare un’intera organizzazione a comprendere l’importanza dei social media può essere un impresa titanica. Richiede tempo, ma soprattutto metodo, oltre alla consapevolezza che bisogna progettare l’ingresso graduale dei social media in azienda, partendo dagli obiettivi di business e dalla predisposizione di regole condivise e programmi di apprendimento multilivello.”
“I social network devono il loro successo in termini di coinvolgimento dell’utente.”
“Chi prova a spostare investimenti dalle attività tradizionali a quelle sui nuovi media, inizia a interrogarsi sulla loro misurabilità. Si parla con sempre più insistenza di ROI (Return On Investment, ritorno sugli investimenti) con la pretesa di voler trasformare magicamente i liker, un tempo conosciuti come fan, e i follower in clienti. Senza aver ben chiari gli obiettivi di business e in un contesto aziendale ai limiti dell’anarchia e dell’improvvisazione.”
“I social media richiedono attività durature e continuative con l’obiettivo di creare una connessione emotiva tra l’azienda, le sue persone e le altre persone attive che abitano questi luoghi.”
“Quando parliamo di attività di comunicazione attraverso i social media dovremmo avere in mente non uno strumento tecnologico, né un canale di distribuzione, ma attività tese a generare uno scambio di valore tra persone.”
“Abitare uno spazio in Rete vuol dire conoscere le regole che si è data la comunità e rispettarle, con onestà e correttezza, preservandone i valori.”
“Agli stakeholder tradizionali si sono così affiancati nuovi soggetti (influencer o opinion leader) che, mossi dalla pura passione, dialogano con voce autentica e cristallina con i propri pari, stabilendo un rapporto di fiducia, in grado di influire sulle decisioni di acquisto e sull’immagine pubblica delle aziende.”
Il paradigma comunicativo è cambiato: non siamo più solo “oggetto” di comunicazione ma “soggetto” di questa.
Non può stabilirsi una correlazione perfetta tra numero di like e numero di “persone che ne parlano”. La prima metrica risponde a logiche di marketing ed è spesso legata a un investimentopubblicitario; la seconda, invece, risponde a logiche di community management ed è soprattutto legata a un investimento di tempo nella costruzione di relazioni.
Un corretto utilizzo dei media sociali non si improvvisa, ma richiede apertura al nuovo e tempo dedicato a “vivere la Rete” al fine di assorbirne le logiche di relazione e le grammatiche dei nuovi strumenti; insomma per comunicare in Rete bisogna “farsi Rete”.
“Le cose che la gente fa su internet non si può neanche chiamarle peccati, perché francamente sono di una noia mortale.”
“Stupido internet: serve solo a risucchiare gli esseri umani via dalla realtà.”
“Non è certo Instagram a trasformarci in fotografi né Vine a renderci registi, ma non possiamo ignorare la potenza virale di queste applicazioni che hanno il potere di tradurre la nostra realtà in micro-storie, micro-storie che ogni secondo vengono vissute, raccontate e condivise da milioni di utenti nel mondo.”
Se un utente “re-pinna” un vostro prodotto è buona norma lasciare un commento e ringraziare.