“Vi ho messo così tanti enigmi e rompicapi che terranno i professori occupati per secoli a chiedersi cosa ho voluto significare, e quello è l’unico modo per assicurarsi la propria immortalità.”
“Forse esiste qualche altro modo di scrivere, ma io conosco soltanto questo: di notte, quando la paura non mi lascia dormire.”
“I baciscritti non arrivano a destinazione, ma vengono bevuti dai fantasmi lungo il tragitto.”
“Oggi voglio scrivere di altre cose, ma le cose non vogliono.”
“Scrivere su un diario è come prendere fotografie con la matita.”
“Tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parti in causa.”
“Scrivere era rischioso e, in sostanza, lo scrivere non stava tanto in ciò che si pubblicava, quanto nelle sue conseguenze.”
“Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire. Farà perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile. Niente è più facile dello scrivere difficile.”
“Se un lettore coscienzioso trova che un passaggio è oscuro, questo deve essere riscritto.”
“Nessun libro può essere mai veramente compiuto. Mentre vi lavoriamo intorno, impariamo abbastanza da trovarlo immaturo nel momento in cui ce ne distacchiamo.”
“Niente è più facile dello scrivere difficile.”
“- A chi scrivi quella lettera? – chiese un giorno un monaco a un fratello.- Ad abba Serapione – rispose costui.- Ma perché la scrivi così lentamente?- Tu non sai con quanta lentezza legga il buon abate…”
“Un giorno un monaco disse a un altro:- Ho letto il libro di abba Mentone e mi è sembrato terribilmente astratto.Gli rispose il confratello:- Chi scrive astratto s’illude di pensar profondo.”
“In un cenobio, uno scrivano era di una grande lentezza. Un padre venne per un consiglio dall’igumeno:- Abba – gli disse – quel giovane scrivano è molto, molto lento. I padri che gli dettano i loro commenti alla Scrittura rischiano d’impazientirsi.- Affidalo allora a padre Eufrosimo, l’anziano che è balbuziente.”
“Il grande Pacomio stava dettando la sua Regola a un giovanemonaco scrivano. Al termine di un passo, chiese al fratello di fargli leggere lo scritto. Ebbe allora un lieve moto di stizza.- Perché ti sei rabbuiato, abba? – domandò il giovanemonaco.- Perché io ti ho dettato una cosa, tu ne hai capito un’altra e ne hai scritto una terza.”