“Non siamo isolati e non siamo cristiani a titolo individuale, ognuno per conto proprio; la nostra identitàcristiana è appartenenza!”
“Camminare insieme è sempre un arricchimento e può aprire vie nuove a rapporti tra popoli e culture che in questo periodo appaiono irti di difficoltà.”
“Noi annunciamo la risurrezione di Cristo quando la sua luce rischiara i momenti bui della nostra esistenza e possiamo condividerla con gli altri; quando sappiamo sorridere con chi sorride e piangere con chi piange; quando camminiamo accanto a chi è triste e rischia di perdere la speranza; quando raccontiamo la nostra esperienza di fede a chi è alla ricerca di senso e di felicità.”
“La benedizione è sempre anche missione, ha una finalità, condividere, il dividere insieme quello che si è ricevuto, poiché solo nella dedizione, nel con-dividere troviamo, come persone umane, la fonte della gioia e facciamo esperienza della salvezza. Una dedizione che desidera ricostruire la memoria di essere popolo santo, popolo invitato ad essere e a portare la gioia della salvezza. Le mani che Gesù alza per benedire il Dio del cielo sono le stesse che distribuiscono il pane alla moltitudine che ha fame.”
La fedeltà è una promessa di impegno che si auto-avvera, crescendo nella libera obbedienza alla parola data. La fedeltà è una fiducia che “vuole” essere realmente condivisa, e una speranza che “vuole” essere coltivata insieme.
“La vera gioia che si sperimenta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito. E’ una gioiafrutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita.”
“Gli umani, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, sono un’unicafamiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazione con Dio, che è amore, fedeltà, bontà, si riflette su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta armonia all'intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro.”
“Nella famiglia è soprattutto la capacità di abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così importanti l’una per l’altra, a farci capire che cosa è veramente la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità.”
“Condividere l’esperienza della fede, testimoniare la fede, annunciare il Vangelo è il mandato che il Signore affida a tutta la Chiesa, anche a te; è un comando, che, però, non nasce dalla volontà di dominio, dalla volontà di potere, ma dalla forza dell’amore, dal fatto che Gesù per primo è venuto in mezzo a noi e non ci ha dato qualcosa di Sé, ma ci ha dato tutto Se stesso, Egli ha dato la sua vita per salvarci e mostrarci l’amore e la misericordia di Dio.”
“La nostra unità non è primariamente frutto del nostro consenso, o della democrazia dentro la Chiesa, o del nostro sforzo di andare d’accordo, ma viene da Lui che fa l’unità nella diversità, perché lo SpiritoSanto è armonia, sempre fa l'armonia nella Chiesa.”
“L’esperienza della comunione fraterna mi conduce alla comunione con Dio. Essere uniti fra noi ci conduce ad essere uniti con Dio, ci conduce a questo legame con Dio che è nostro Padre.”
“Tutti noi camminiamo insieme, fraternamente, sulla strada verso l’unità, facendo unità anche nel camminare, quell’unità che viene dallo SpiritoSanto e che ci porta una singolarità speciale, che soltanto lo SpiritoSanto può fare: la diversità riconciliata. Il Signore ci aspetta tutti, ci accompagna tutti, è con tutti noi in questo cammino dell’unità.”
“Coltivare la spiritualità di comunione contribuisce a renderci più capaci di vivere il cammino ecumenico e il dialogo interreligioso.”
“La condivisione fraterna con i malati ci apre alla vera bellezza della vitaumana, che comprende anche la sua fragilità, così che possiamo riconoscere la dignità e il valore di ogni essereumano, in qualunque condizione si trovi, dal concepimento fino alla morte.”
“La coscienza della dignità di ogni fratello, la cui vita è sacra e inviolabile dal suo concepimento alla fine naturale, deve portarci a condividere, con totale gratuità, i beni che la provvidenza ha posto nelle nostre mani, e a restituire con generosità e abbondanza ciò che ingiustamente possiamo aver negato agli altri.”