“Quando Dio creò il mondo, deve aver avuto ragioni ben imperscrutabili per dare al cane una vita cinque volte più breve di quella del suo padrone. Nell’esistenzaumana si soffre già abbastanza quando si è costretti a dire addio a una persona amata e si vede prossimo il momento del distacco, reso ineluttabile dal semplice fatto che essa è nata una ventina di anni prima di noi. A questo punto ci sarebbe davvero da domandarsi se sia saggio dare una parte del proprio cuore a una creatura che la vecchiaia e la morte coglieranno prima ancora che un essereumano, nato nel suo stesso giorno, possa dirsi davvero uscito dall'infanzia. È un ben tristerichiamo alla caducità della vita quando il cane che si è conosciuto pochi anni prima – e si direbbe solo mesi – come un cucciolo buffo e commovente, già comincia a mostrare i segni della vecchiaia e si sa che di lì a due, al massimo tre anni si dovrà vederlo morire. Confesso che veder invecchiare un cane al quale voglio bene ha sempre gettato un’ombra sul mio umore, ha sempre avuto una parte non trascurabile tra le nubi oscure che offuscano la vista che ogni uomo ha sul proprio futuro.”