La più bella canzone di Evita, "Dont'Cry for me Argentina", è inferiore addirittura a quelle che sentivo suonare da ragazzo davanti alla Albert Hall su un sassofono da un suonatore ambulante che aveva solo tre dita nella mano sinistra.
“Evitavo perfino di chiedergli l'ora o avrebbe cominciato a spiegarmi come si fabbrica un orologio.”
“Il conte Ugolino passò alla storia per essersi mangiato i figli. Li guardò in faccia: Anselmo il primo, Gaddo il secondo, Marco come contorno.”
“È un tipo tradizionalista. Anche i primi tempi mi diceva che la sua idea di una serata romantica era luci soffuse, musica dolce, champagne... niente donne, solo luci soffuse, musica dolce e champagne.”
Al cabaret mi ci ha portato la zuffa tra Lando Fiorini ed Enrico Montesano. Montesano allora lavorava al Puff, ma al venerdì si assentava per la trasmissione televisiva "Quelli dell'Altra Domenica". Fiorini non la mandava giù e gli disse: «Ti sostituirò con il primo stronzo che trovonell'avanspettacolo!». E quello fui io.
“Sono venuta a Hollywood per una sola ragione e solo una: fottere quel divino Gary Cooper.”