“Per questa sera, non c’è altro da dire o da fare, quindi mi passi il violino e cerchiamo di dimenticare per mezz’ora questo tempo deprimente e l’ancor più deprimente comportamento dei nostri simili.”
“Ascoltare e ascoltarsi. Perché solo quando si ascolta il rumore che ci si porta dentro si può poi essere pronti ad accogliere la parola altrui.”
“Ci vuole un minimo di fiducia in se stessi per accettare di mettersi in una posizione di dipendenza e di vulnerabilità di fronte a un’altra persona.”
“Aprirsi all’alterità, con il rischio di alienarsi. Scoprendo che l’altro è sempre e solo un’immagine dell’altro che ci portiamo dentro.”
“Nella vita non esiste alcuna coerenza. L’unica cosa che si può fare – quando si rinuncia alle menzogne e alle falsità – è scendere a patti con i propri difetti e le proprie contraddizioni. E non rinunciare mai – mai davvero – ad ascoltare chi ci è accanto, dopo essersi ascoltati. ”
Lui è l’unico a indovinare che sono sempre “altro”: altro rispetto a quello che mostro e a quello che dico; altro rispetto a quello che la gente pensa; altro anche rispetto a quello che io stessa immagino.