Se penso anche a tanti fedeli delle nostre messe domenicali, che fanno a gara per fare atto di presenza ai riti e alle iniziative parrocchiali solo per “farsi vedere”, per puro gusto dell’affermazione di sé o per esercizio di un potere che non sono riusciti a ottenere da nessun’altra parte.
“Ci sono atei di un'asprezza feroce che tutto sommato si interessano di Dio molto di più di certi credenti frivoli e leggeri.”
“Cercare di esserereligiosi senza praticare una religione specifica è tanto possibile quanto tentare di parlare senza un linguaggio specifico.”
“Nessuna notizia è negativa per gli eletti di Dio.”
“Una persona può esserereligiosa ed esercitare nel contempo la filosofia: ma la filosofia in quanto tale non è religiosa, in nessun caso. Perché se c'è qualcosa di cui la filosofia è mortalmente nemica, in quanto esercizio intellettuale, questa è la religione, l'irrazionalità, la superstizione, le chiese come istituzioni monopolizzatrici di verità indiscutibili, l'obbedienzaintellettuale assoluta, l'obbedienzaintellettuale all'Assoluto.”
La fedecristiana si trova nella condizione di ogni fede: assume come vero – ritiene per vero – qualcosa che non mostra di essere vero e che proprio per questo l’apostolo chiama “invisibile”. La verità è lo stare in luce, visibile. (Questa è anche la condizione del paradiso cristiano.) La fede ritiene come vero, visibile, ciò che è invisibile e non si mostra come vero. Ogni fede è pertanto una contraddizione, una situazione instabile da cui si deve uscire. In qualche modo se ne rende conto la stessa fedecristiana quando afferma che, in paradiso, essa non potrà più esistere.