“Wikipedia dice un sacco di cose sbagliate.”
“Wikipedia ha avuto successo perché è un santuario dell'altruismo.”
“Io voglio entrare nella storia. Voglio una pagina su Wikipedia. Voglio risultati su Google. Non voglio essere un organismo vivente che arriva e se ne va senza lasciare traccia su questo pianeta.”
“- Google dice che il cervello di una mucca non è molto simile a quello umano.- Google non ha sempre ragione, e neanche wikipedia! E' tutta roba scritta da ragazzini!”
“[Parlando ad un paziente, che rifiuta la chemioterapia perché Wikipedia dice che una dieta a base di cibi crudi, ribalta l'effetto del cancro] E ora se permette, vado a toglierle il portatile dalle mani, perché ho deciso che è troppo stupido per usarlo. Vede quel peperone che sta masticando, contro il cancro che si è scatenato nel suo corpo non farà esattamente un bel niente, certo, io faccio il medico solo da una ventina d'anni, e la persona che ha scritto su Wikipedia, ha anche redatto la guida agli episodi di Battlestar Galactica, perciò che cavolo ne so io! Ma se ha voglia di continuare a vivere, mi chiami pure.”
“Una generazione cresciuta con Internet sembra non curarsi dell’avversione degli economisti classici per la condivisione della creatività, delle competenze e delle esperienze, e perfino di beni e servizi in un ambito collettivo e indiviso, finalizzato alla promozione del bene comune. Gli economisti classici considererebbero un contesto economico di questo tipo contrario alla naturaumana e destinato al fallimento per la semplice ragione che gli uomini sono innanzitutto e soprattutto egoisti, competitivi e predatori, e quindi approfitterebbero della buona fede e dell’ingenuità dei propri simili per impossessarsi dei contributi altrui e fare da sé, ottenendo un rendimento superiore. Queste idee sembrano aver perso ogni forza: oggi centinaia di milioni di persone sono attivamente impegnate in reti sociali collaborative su Internet, alle quali offrono il proprio tempo e le proprie conoscenze, di solito in modo gratuito, per promuovere il benessere di tutti. Perché lo fanno? Per la pura gioia di condividere la propria vita con gli altri, nella convinzione che contribuire al benessere dell’insieme non diminuisce in alcun modo la parte che loro spetta, ma, anzi, l’amplifica e la moltiplica. Gli spazi sociali di Wikipedia e di Facebook, per esempio, costituiscono una sorta di sfida alle basi della teoria economica classica, secondo la quale l’uomo è una creatura egoista, continuamente tesa all’autonomia. L’energia e la comunicazione della Terza rivoluzioneindustriale fanno emergere una gamma del tutto diversa di pulsioni biologiche: il bisogno di socialità e la ricerca di condivisione.”